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CONVEGNO - Giovedì 28 marzo 2024 alla Sala Estense evento pubblico organizzato dall'Ass. Nazionale 'Le Donne dell'Ortofrutta', con patrocinio del Comune di Ferrara

"L'ortofrutta come prevenzione": a Ferrara un convegno per parlare di consumi, di salute a tavola - DOCUMENTAZIONE E FOTO

26-03-2024 / Giorno per giorno

Con le Donne dell'Ortofrutta focus sui consumi e chiarezza su alcuni "tabù", dagli agrofarmaci alla food safety, dai prezzi alla stagionalità

Al convegno del 28 marzo 2024 organizzato dall'associazione a Ferrara l'analisi dei consumi di frutta e verdura nelle famiglie italiane con i dati di CSO Italy. Focus quindi sull'importanza di un'alimentazione sana, per concludere con alcune riflessioni su un settore tanto affascinante e ricco di passioni quanto complesso come quello ortofrutticolo, oltre gli stereotipi e i luoghi comuni

Ferrara, 2 aprile 2024 - Grande partecipazione al convegno "L'ortofrutta come prevenzione" che si è svolto il 28 marzo scorso a Ferrara, presso la Sala Estense, promosso dall'Associazione Nazionale Le Donne dell'Ortofrutta, realtà fondata nel 2017 a Bologna che oggi riunisce 136 professioniste e imprenditrici provenienti da tutta la Penisola e impegnate in tutti gli anelli della filiera. L'evento - patrocinato dal Comune di Ferrara e organizzato dalla coordinatrice regionale delle Donne dell'Ortofrutta Silvia Carpio, della nota azienda ferrarese Cico-Mazzoni, con il supporto delle socie emiliano romagnole - si è svolto in una sala gremita, dove il pubblico ha seguito con attenzione le tematiche affrontate.

Ad aprire i lavori del convegno, moderato dalla giornalista Raffaella Quadretti, direttrice di myfruit.it, è stata la presidente delle Donne dell'Ortofrutta Carola Gullino, che ha presentato l'associazione e la sua attività. Quindi è salita sul palco Elisa Macchi, direttrice di CSO Italy, che ha analizzato i trend di consumo dell'ortofrutta nelle famiglie italiane.

Calano i volumi, crescono i prezzi: "Occorre comunicare perché"

In lieve calo fino al 2021, ma comunque abbastanza stabili, i consumi di frutta e verdura nel 2022 hanno subito un primo crollo importante, con gli acquisti all'interno delle famiglie che sono diminuiti del 9% rispetto all'anno precedente. Trend negativo che si è confermato nel 2023, quando purtroppo si è registrato un'ulteriore diminuzione del 6%, secondo l'analisi di CSO Italy. Contemporaneamente, però, la spesa che sostengono le famiglie italiane per acquistare ortofrutta è aumentata, registrando a valore un +4% nel 2023 rispetto al 2022, con un prezzo medio al dettaglio che, sotto la spinta inflattiva, è salito dell'11% da un anno all'altro.

Il calo di consumi riguarda un po' tutti i prodotti ortofrutticoli, con poche eccezioni. Le motivazioni? "Per alcune specie ha inciso l'offerta deficitaria - ha spiegato Elisa Macchi -, in altre situazioni può aver influito la qualità, che per un prodotto come l'ortofrutta non è sempre definibile a priori, anche in presenza di buone tecniche produttive e di conservazione. Poi ci sono prodotti poco innovativi, che non hanno saputo parlare al consumatore, per i quali il disinteresse è costante e progressivo da tempo. C'è infine chi pensa che le nuove tendenze alimentari limitino la presenza della frutta nella dieta, perché ritenuta calorica".

Sotto la spinta inflattiva si è quindi verificato un aumento generalizzato del prezzo medio al dettaglio e questo ha riguardato tutto il carrello della spesa, non solo l'ortofrutta. Secondo i dati Istat la spesa media famigliare mensile, nel 2022, ha toccato quota 2.625 euro (+9% rispetto ai 2.415 euro del 2021). In questo contesto gli italiani hanno messo in atto strategie volte al risparmio, anche per quanto riguarda il cibo, limitando sia la quantità che la qualità. Ma quanto pesa l'ortofrutta nel bilancio famigliare? Incide per il 3,7%, rivela l'analisi del CSO Italy. Ciò significa che eventuali tagli negli acquisti di frutta e verdura hanno comunque un'incidenza marginale, in una strategia di risparmio.

Quindi, sul palco dell'evento delle Donne dell'Ortofrutta, un appello a sfatare alcuni luoghi comuni che incidono negativamente sulla già critica situazione dei consumi. "Accanto all'impegno di tutta la filiera dell'ortofrutta per fornire un prodotto di qualità, è necessario oggi educare il consumatore a scelte più consapevoli - ha concluso Elisa Macchi -. Quante volte sentiamo dire che la frutta è cara, perché magari un chilo di mele costa 2 euro? Poi si va al bar e si spendono 3 euro per un caffè e una pasta, ma di questo non ci si indigna. Il consumatore non conosce la qualità che sta dietro all'ortofrutta, quali sono i processi che i produttori mettono in campo e quanto costa tenere alto il livello qualitativo dell'offerta: dobbiamo raccontarglielo di più e meglio".

Sicurezza e rintracciabilità di filiera, agrofarmaci, stagionalità: facciamo chiarezza

Flavia Succi, european industry liaison manager di Zespri, ha aperto il suo intervento toccando un tema tanto dibattuto quanto controverso, quello degli agrofarmaci"Chi ha scarsa conoscenza in materia li demonizza e li chiama impropriamente 'pesticidi', dipingendoli come velenosi, o inutili. In realtà sono tutt'altro che questo: oggi senza agrofarmaci non sarebbe possibile fare agricoltura", ha esordito, spiegando come l'uso di queste sostanze - registrate e controllate - sia fondamentale per proteggere le piante dagli attacchi di infestanti e patogeni, riducendo le perdite sia in campo che in post raccolta. Quindi un focus sulla lotta integrata, pratica sostenibile di cui l'Emilia Romagna è stata pioniera fin dagli anni '50-'60, che oggi "è la base di qualsiasi produzione agricola, in Italia e nel mondo".

Flavia Succi ha quindi parlato di tracciabilità di filiera, "un 'passaporto' che segue passo per passo tutte le fasi della produzione ortofrutticola", e degli innumerevoli controlli a cui è sottoposta la produzione ortofrutticola al fine di assicurare qualità al consumatore: quelli eseguiti dall'autorità pubblica (190 mila all'anno) relativi alle norme di commercializzazione, alla sostenibilità e alla sicurezza alimentare, quelli che nascono da contratti commerciali tra fornitore e cliente e quelli infine che prevedono una certificazione da parte di enti terzi accreditati.

Dopo di lei Francesca Nadalini, imprenditrice ortofrutticola della Nadalini di Sermide (Mn), ha preso spunto dalla storia dell'azienda, specialista delle cucurbitacee, per toccare alcuni "tabù" relativi alla produzione ortofrutticola. Oggi se parliamo di produzione orofrutticola - non il contadino, dove qualcuno fa acquisti, ma quella che rifornisce i banchi dei negozi e dei supermercati, dove tutti fanno la spesa - parliamo di "aziende strutturate, con una vocazione imprenditoriale - ha chiarito -, fatte di professionisti e figure dedicate che lavorano giorno e notte nel rispetto delle regole e delle normative cogenti, e che si impegnano per certificare queste attività, altrimenti non sarebbe possibile essere sui banchi della Gdo, che, per quanto se ne dica, ha degli strumenti a garanzia del consumatore davvero stringenti".

Francesca Nadalini ha poi parlato di territorio e vocazionalità ("non si può produrre tutto e ovunque") e di stagionalità: meglio parlare di "vocazione stagionale", perché oggi il cambiamento climatico deve essere assecondato dalla produzione agricola e dalla commercializzazione mondiale. "Oggi per le tecniche colturali e il cambiamento del clima possiamo produrre meloni dal 15 maggio al 30 ottobre, mantenendo gli stessi standard qualitativi - assicura Nadalini -. Inoltre esportiamo, ma siamo anche importatori. Sempre citando il caso della mia azienda, abbiamo zucche che vengono dal Messico, piuttosto che dal Perù o dal Sudafrica, che hanno gli stessi standard qualitativi della nostra merce. Quindi non possiamo essere integralisti, dobbiamo ragionare in termini di reciprocità. Pensiamo che consumiamo banane 12 mesi all'anno, che il pomodoro siamo abituati ad averlo sui banchi come commodity: quindi bando ai pregiudizi". 

Ortofrutta e salute

Durante il convegno sono intervenuti anche alcuni medici specialisti del territorio, che hanno dato il loro parere scientifico sul fare prevenzione a tavola, anche attraverso il consumo di ortofrutta. Cristina Zagà, medico specialista in radiodiagnostica e senologia, ha parlato di prevenzione dal punto di vista radiologico e alimentare e in particolare dello studio del fegato, spiegando come patologie come la steatosi epatica possano essere evitate e sicuramente migliorate inserendo la giusta quantità di frutta e verdura nel proprio piano alimentare quotidiano. Raffaella Giagnorio, medico specialista in medicina dello sport, e Francesco Palummieri, medico specialista in ortopedia e traumatologia, hanno invece parlato di nutrizione e salute, raccontando l'importanza della dieta mediterranea e spiegando quali sono i vantaggi di un corretto stile alimentare, specie se abbinato ad attività fisica. Infine Giulia Felloni, medico specialista in dermoestetica e rigenerativa, ha parlato di infiammazione cronica di basso grado, una patologia silenziosa causata da un progressivo indebolimento del sistema immunitario a seguito di errati comportamenti e stili di vita. Uno stile di vita sano, è stata la conclusione, è la terapia per la longevità e frutta e verdura sono la perfetta dieta anti aging.

L'evento "L'ortofrutta come prevenzione" si è chiuso con un ritorno sul palco della direttrice di CSO Italy Elisa Macchi, che ha terminato i lavori con un intervento su "La spesa medica sul budget della famiglia italiana: è meglio prevenire che curare?".

L'assessore al Commercio, Turismo e Bilancio del Comune di Ferrara Matteo Fornasini ha riconosciuto il valore dell'associazione Le Donne dell'Ortofrutta e l'importanza dell'evento, che ha riempito la Sala Estense, e che è stato anche "l'occasione per parlare delle eccellenze di un territorio, quello di Ferrara, che a livello di provincia ha il più alto numero di Dop e Igp (18)  riconosciute a livello europeo", ha sottolineato, comunicando la disponibilità dell'amministrazione comunale a sostenere altre iniziative di questo tipo.

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"L'ortofrutta come prevenzione": a Ferrara un convegno per parlare di consumi, di salute a tavola e di un settore chiave dell'agroalimentare italiano, oltre gli stereotipi e i luoghi comuni

Appuntamento giovedì 28 marzo alle 18 alla Sala Estense per un evento aperto al pubblico organizzato dall'Associazione Nazionale Le Donne dell'Ortofrutta, con il patrocinio del Comune di Ferrara

Ferrara, 23 marzo 2024 - Un evento aperto al pubblico per parlare di alimentazione sana e dell'importanza di una dieta ricca di frutta e verdura per fare prevenzione anche a tavola. Per parlare di origine e di stagionalità, di nuove tecniche e sistemi di coltivazione, di sicurezza alimentare e controllo di filiera. Un evento per accendere i riflettori sull'ortofrutta, un settore chiave dell'agroalimentare italiano, che da solo vale 15 miliardi di euro (dati Ismea 2022) e che vede nell'Emilia Romagna la fruit valley per eccellenza: il 48% della superficie regionale, infatti, è dedicato alla produzione agricola.

Si intitola "L'ortofrutta come prevenzione" il convegno in programma giovedì 28 marzo alle 18 a Ferrara, presso la Sala Estense, promosso dall'Associazione Nazionale Le Donne dell'Ortofrutta, realtà fondata nel 2017 a Bologna che oggi riunisce 136 professioniste e imprenditrici provenienti da tutta la Penisola e impegnate in tutti gli anelli della filiera.

L'evento, che gode del patrocinio del Comune di Ferrara, è organizzato dalla coordinatrice regionale delle Donne dell'Ortofrutta dott.ssa Silvia Carpio della nota azienda ferrarese Cico-Mazzoni, e moderato dalla giornalista Raffaella Quadretti, direttrice di Myfruit. Ad aprire i lavori, alle 18, dopo i saluti istituzionali dell'assessore comunale Matteo Fornasini, sarà la presidente delle Donne dell'Ortofrutta Carola Gullino, che presenterà l'associazione, la sua attività e gli obiettivi che essa si pone. "Le Donne dell'Ortofrutta sono una realtà unica - dichiara la presidente -. Ad oggi siamo l'unico organismo associativo rappresentativo del settore primario in Italia e anche in Europa. Unendo le nostre competenze e le nostre diverse esperienze e provenienze, vogliamo ritagliarci un ruolo strategico all'interno del settore e fare da traino a un cambiamento, specie in un momento come questo, in cui chi lavora in agricoltura si trova ogni giorno ad affrontare nuove sfide e difficoltà".

Dopo di lei prenderà parola Elisa Macchi, direttrice di CSO Italy, Centro Servizi Ortofrutticoli di Ferrara, che analizzerà i "Trend di consumo dell'ortofrutta nelle famiglie italiane". A seguire focus sulla "Correlazione tra ortofrutta e salute, quando inserita nella giusta quantità nel nostro piano alimentare giornaliero, e anche nella dieta dello sportivo" con alcuni medici specialisti del territorio che daranno il loro parere scientifico sul benessere e la prevenzione attraverso uno stile di vita equilibrato, legato anche al consumo di ortofrutta: la dott.ssa Giulia Felloni, medico specialista in dermoestetica e rigenerativa, la dott.ssa Cristina Zagà, medico specialista in radiodiagnostica e senologia, il dott. Francesco Palummieri, medico specialista in ortopedia e traumatologia e la dott.ssa Raffaella Giagnorio, medico specialista in medicina dello sport.

Si parlerà quindi di "Ortofrutta e rintracciabilità di filiera" con Flavia Succi, european industry liaison manager di Zespri, il colosso mondiale dei kiwi, e con Francesca Nadalini, Ceo dell'azienda ortofrutticola Nadalini di Sermide (Mn), specialista delle cucurbitacee. A chiudere il convegno sarà nuovamente la direttrice di CSO Italy Elisa Macchi con un intervento su "La spesa medica sul budget della famiglia italiana: è meglio prevenire che curare?".

"Voglio ringraziare l'amministrazione comunale di Ferrara per aver accolto positivamente questo nostro progetto, patrocinando l'evento - dichiara Silvia Carpio, coordinatrice delle Donne dell'Ortofrutta per l'Emilia Romagna e organizzatrice del convegno del 28 marzo -. È un riconoscimento non solo all'operato dell'associazione, ma anche un modo per dare valore e importanza a un settore, quello dell'agricoltura e in particolare della frutticoltura e orticoltura, che frequentemente viene dimenticato e 'sottovalutato' dai non addetti ai lavori. Da qui un evento volto a informare e formare, obiettivo principale della nostra associazione, cercando anche di sfatare alcuni stereotipi e luoghi comuni legati a un certo tipo di narrazione, spesso non corretta o strumentalizzata, che a volte rischiano di creare confusione nel consumatore e che finiscono per incidere negativamente sulla già critica situazione dei consumi di ortofrutta".

"Desidero ringraziare a nome dell'Amministrazione comunale - afferma l'assessore comunale al Commercio, Turismo e Bilancio Matteo Fornasini - l'associazione nazionale Le Donne dell'Ortofrutta per aver scelto quale luogo di svolgimento di questo importante convegno la nostra città e in particolare un luogo così bello e prestigioso come la Sala Estense, recentemente restaurata e interamente riqualificata, ora restituita alla sua completa fruizione. Abbiamo con piacere concesso il patrocinio e l'utilizzo della sala riconoscendo l'importanza e il valore di un evento che parla delle nostre eccellenze nel settore della produzione ortofrutticola associandola alle azioni che ci consentono di prevenire e di incidere positivamente sulla salute di tutti noi, un tema di grande rilievo sia per gli operatori di categoria sia per tutti i cittadini".

L'evento "L'ortofrutta come prevenzione" è realizzato con il supporto di: Paprika Cafè, La Bottega Fiorita, Panificio Pasticceria Perdonati Otello.

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