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ASSESSORATO SERVIZI ALLA PERSONA - Accanto al capofila Centro Donna Giustizia i Comuni di Ferrara, Cento, Codigoro e Comacchio

"Verso l'autonomia: percorsi di uscita dalla violenza", un progetto per sostenere le donne e i loro figli vittime di violenza

07-03-2017 / Giorno per giorno

Ammonta a 277.780 euro il costo del progetto "Verso l'autonomia: percorsi di uscita dalla violenza", recentemente attivato nel nostro territorio e destinato al potenziamento delle forme di assistenza e di sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli attraverso il rafforzamento dei servizi territoriali, del Centro Antiviolenza e dei servizi di assistenza e di accoglienza già esistenti. Il progetto, con capofila l'associazione di promozione sociale Centro Donna Giustizia di Ferrara, vede il contributo di 250 mila euro concessi dal Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e un cofinanziamento a carico dei Comuni di Ferrara (euro 13.911), Cento Comacchio e Codigoro. 

L'iniziativa è stata illustrata in mattinata (martedì 7 marzo) nella residenza municipale dall'assessora ai Servizi alla persona/Politiche familiari di Ferrara Chiara Sapigni, dalla presidente di Centro Donna Giustizia Paola Castagnotto e dalla coordinatrice del progetto Monica Borghi. Erano inoltre presenti le assessore alle Pari opportunità dei Comuni di Cento e di Comacchio Mariacristina Barbieri e Alice Carli e la sindaca e l'assessore alle Pari Opportunità di Codigoro Alice Zanardi Samuele Bonazza.

"Questo - ha affermato in apertura l'assessora di Ferrara Chiara Sapigni - è un ulteriore tassello dell'impegno messo a regime in questi anni nel contrasto della violenza di genere e il risultato di una collaborazione forte del nostro territorio. Da tempo infatti gli Enti locali affiancati al Centro Donna Giustizia e al suo progetto 'Uscire dalla violenza' collaborano alla realizzazione dei Centri antiviolenza e alle Case rifugio. Questo primo nucleo storico oggi si allarga ulteriormente: saranno così ampliate le azioni già avviate con un potenziamento dell'offerta di aiuto e una garanzia di continuità degli sportelli d'ascolto delle donne vittime di violenza di Ferrara, Cento, Comacchio e Codigoro".

 

(Comunicazione a cura degli organizzatori)

IL PROGETTO - VERSO L'AUTONOMIA: PERCORSI DI USCITA DALLA VIOLENZA.

€ 250.000 concesso dal DIPARTIMENTO PARI OPPORTUNITA'

€ 27.780 a carico di: 
partner COMUNE DI FERRARA € 13.911,00
partner COMUNE DI CENTO € 6.113,00
partner COMUNE DI COMACCHIO € 5.171,00
partner COMUNE DI CODIGORO € 2.585,00

€277.780 COSTO COMPLESSIVO PROGETTO

DURATA 24 MESI

Azioni previste nel progetto/servizio 
(Il progetto dovrà ricomprendere almeno quegli interventi individuati come requisiti minimi dall'art. 5 dell'Avviso)
- potenziare le forme di assistenza e di sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli anche attraverso il rafforzamento della rete dei servizi territoriali, del Centro Antiviolenza e dei servizi di assistenza, prevenzione e contrasto della violenza contro le donne che a diverso titolo entrano in relazione con le vittime;
- promuovere l'orientamento lavorativo rivolto alle donne ospiti dei Centri Antiviolenza e delle Case Rifugio;
- potenziare case di semi-autonomia anche attraverso il consolidamento di contratti di locazione con privati già - sperimentati in questo biennio, per donne con figli minori vittime di violenza che abbiano già̀ completato un percorso presso le case di accoglienza;
- individuare adeguate misure di supporto volte a garantire i servizi educativi e di sostegno scolastico per i minori vittime di violenza assistita;
- individuare adeguati interventi per il recupero e l'accompagnamento dei soggetti responsabili di atti di violenza nelle relazioni affettive, anche al fine di limitare i casi di recidiva (prosecuzione e dettagli nell'allegato a fondo pagina)

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Centro Donna Giustizia - "Uscire dalla violenza": a chi si rivolge e come opera

Il fenomeno della violenza di genere è in aumento. Per questo sono nati i Centri Antiviolenza rivolti alle donne e pensati e costruiti da donne. A Ferrara c'è il Centro Donna Giustizia che ha attivo al suo interno il "Progetto uscire dalla violenza"

A chi si rivolge?

A tutte le donne che hanno subito violenza: fisica, psicologica, sessuale, economica, stalking.

Come opera?

Attraverso una équipe multi professionale, coordinata da una psicologa - psicoterapeuta, referente del Progetto.

Se hai bisogno di aiuto o di informazioni, troverai ad accoglierti operatrici costantemente formate sulla violenza di genere e in rete con le metodologie accreditate anche dagli altri centri dell'Emilia Romagna e dai centri antiviolenza aderenti alla Rete Nazionale D.i.Re. (Donne in rete contro la violenza).

È possibile ricevere un'informazione legale gratuita.

È prevista consulenza e sostegno psicologico, individuale e/o di gruppo, per le donne che ne fanno richiesta.

Se sei disoccupata o hai perso il lavoro a causa della violenza, è attivo uno sportello di orientamento al lavoro con operatrici formate e tutor di affiancamento.

Nel 2016 il Progetto "Uscire dalla violenza" ha accolto e seguito 256 donne, provenienti dal capoluogo e dal territorio in provincia di Ferrara.

In quanto donna hai la possibilità di usufruire di operatrici durante tutta la settimana con colloqui appositi ed individuali nella ASSOLUTA PRIVACY E RISERVATEZZA anche durante il fine settimana.

Se non puoi più tornare nella tua abitazione, perché hai paura e temi per la tua incolumità ti sarà data Ospitalità in emergenza e un posto al sicuro dove rifugiarti nell'immediato.
È possibile concordare un'ospitalità programmata, per la messa al sicuro delle donne e dei/lle loro figli/e e sviluppare una fase progettuale tra l'operatrice e la donna che ha subito violenza con o senza figli.

Il Progetto Uscire dalla violenza è in rete con:
Questura - Prefettura di Ferrara - Carabinieri - AUSL - ASP e Servizi socio-sanitari -
altre associazioni del privato sociale.

Scegli te stessa. Non restare sola, dalla violenza si può uscire assieme.

DOVE
Progetto Uscire dalla violenza - donnagiustizia.fe@libero.it
- a Ferrara Tel. 0532-247440-410335
tutti i giorni dal lunedì al venerdì 8 - 16, sabato 9 - 15 e domenica 9 - 13, c/o Centro Donna Giustizia;
- a Cento, Punto Antiviolenza Decentrato, chiama il 3396841906, il lunedì e mercoledì 14 - 18, c/o Sportelli Sociali Polifunzionali;
- a Comacchio e Codigoro, Sportello Iris, chiama il 3459689898, a Comacchio il martedì 9 - 12 e il mercoledì 15 - 18, c/o Centro Laguna a Codigoro il venerdì 15 - 18, c/o Casa della Salute.
1522 numero verde nazionale h. 24

PREMESSA
Il Centro antiviolenza di Ferrara, Centro Donna Giustizia, costituitosi associazione nel 1992, è il riferimento sul territorio per le donne e per i servizi che si occupano di problematiche attinenti violenze e discriminazioni. Da più di vent'anni sono state molte le azioni e le iniziative di prevenzione e di contrasto alla violenza, che a visto il coinvolgimento di diversi soggetti istituzionali. Una parte di questi ha permesso di costituire e giungere all'adesione del Protocollo di contrasto della violenza contro le donne coordinato dal 2010 dalla Prefettura di Ferrara, di cui è soggetto partner anche il Comune di Ferrara e il CDG.
Le diverse collaborazioni e i progetti sviluppati grazie anche ai bandi vinti, ha permesso un maggior intervento dell'Associazione, che ha potuto ampliare e consolidare i servizi offerti, tra cui il numero di posti letto, da 8 a 16, l'apertura 7 giorni su 7, la presenza continua e costante del personale formato sulla tematica, l'apertura di sportelli dislocati sul territorio, il potenziamento della rete locale e provinciale per il contrasto alla violenza attraverso azioni, raccordi, formazioni e progettazioni a sostegno di questo obiettivo. Gli interventi sistematici e coordinati sul territorio sono stati realizzati proprio grazie a diversi bandi statali e regionali a cui il CDG - Uscire dalla violenza - ha partecipato e vinto, in forma singola e/o con gli enti locali, l'AUSL, l'Ospedale e altre associazioni e che hanno contribuito all'aumento dei servizi offerti di cui sopra.
L'ACCOGLIENZA E L'OSPITALITÀ
Nell'anno 2016 i dati raccolti dal progetto Uscire dalla violenza evidenziano un incremento di donne accolte rispetto gli anni precedenti: sono 256 le donne accolte, 20 donne in più rispetto il 2015, che erano state 236. Di queste 247 hanno subito violenza e 188 sono mamme con 242 figli/e, di cui 180 ASSISTONO O SUBISCONO violenza.
In particolare nel 2016, rispetto gli anni precedenti sono aumentate le donne italiane, da 141 a 163, mentre quasi costanti, anzi in calo, le donne straniere da 94 nel 2015 a 92 nel 2016.
E' prevalente la fascia d'età 40-49, quindi donne adulte e in piena fase lavorativa. Il dato over 60, o con più di 70 anni è preoccupante, perché potrebbe sottolineare sia situazioni di violenza di lunga data, che a causa dell'invecchiamento rendono le donne ancora più vulnerabili, sia condizioni di donne che dal marito passano a subire violenza dai/lle figli/e.
Dove risiedono le donne accolte? 

- Distretto Nord: 120 Ferrara, 9 Copparo, 3 Tresigallo, 2 Ro Ferrarese, 1 Masi Torello, 1 Iolanda di Savoia, 1 Berra (Tot. 137).

- Distretto Sud-Est 15 Comacchio, 8 Fiscaglia, 7 Argenta, 4 Ostellato, 3 Lagosanto, 3 Codigoro, 2 Mesola, 1 Goro (Tot. 43).

- Distretto Ovest: 37 Cento, 11 Poggiorenatico, 5 Bondeno, 4 Sant'Agostino, 3 Vigarano, 2 Mirabello (Tot. 62).

- Residenza totale donne accolte (256): Capoluogo di Provincia- Ferrara 120, Altri Comuni della Provincia 122, Altri Capoluoghi R. E-R 3, Altre Regioni d'Italia 6, Non so 3, Altro (estero) 2.

Aumentano decisamente nei tre distretti, in particolare a Ferrara, Comacchio e Cento, dove gli sportelli diventano una realtà integrata e funzionale per il territorio.

LE FORME DI VIOLENZA E L'AUTONOMIA DELLE DONNE
Ogni donna può subire più forme di violenza. Praticamente quasi tutte soffrono di violenza psicologica, a cui segue quella fisica e quella economica. Il quadro verte su un aggravamento, rispetto l'anno precedente, dei soprusi psicologici e dei ricatti di tipo economico, che costringono le donne a rimanere a fianco del maltrattante, barattando la propria libertà e la propria salute psicofisica, incluso quello di eventuali figli/e, con un'illusoria sicurezza economica.
Il 34% (86) sono donne che non hanno un lavoro ("Disoccupate" più "Altro") e 42 di loro dichiara di essere disoccupata a causa delle violenze e più della metà non è autonoma economicamente.
LA FUGA
Quando sono costrette ad allontanarsi dalla propria abitazione a causa della violenza sono ospitate in un primo momento - 4 o 5 giorni - in B&B: 32 donne e 29 minori, mentre entrano, per un periodo di tempo più lungo, nella casa rifugio: 25 donne e 26 minori, per 1374 giorni di ospitalità per le donne e 1243 per i minori.
L'AUTORE DELLE VIOLENZE
L'autore delle violenze è, nell'78% dei casi, la persona con cui la donna ha o ha avuto una relazione d'amore, in cui l'ex raggiunge il 17%. Questo dato indica la pericolosità delle conseguenze della violenza quando la donna decide di separarsi e quindi arriva al Centro Donna Giustizia quando ha già interrotto la relazione, ma le violenze non cessano.
Nel 14% dei casi la violenza è perpetrata all'interno della famiglia da parenti (padre, fratelli, etc.) e in questa percentuale ricadono le violenze dei figli sulle madri, che da un marito violento passano ai figli che agiscono altrettanto e anche le situazioni che provengono da altre culture e che continuano a portare avanti la cessione delle figlie attraverso i "matrimoni forzati", ben più violenti di quelli "combinati".
La maggior parte dei maltrattanti ha un'età over 50 e sono italiani, molto di più delle donne che si rivolgono al CDG: 179 uomini italiani su 163 donne italiane, segno sempre più evidente che la violenza non è "affare" di altre culture.

IL CONTRASTO ALLE VIOLENZE SULLE DONNE A FERRARA E PROVINCIA
AUMENTANO LE DONNE CHE CHIEDONO AIUTO
I dati sono evidenti all'interno di un confronto degli ultimi 5 anni del Progetto Uscire Dalla Violenza: da 195 nel 2012 alle 256 donne accolte del 2016.
L'ospitalità è aumentata (da n. 22 - 12 donne e 10 figli/e, nel 2012 - a n. 51 - 25 donne e 26 figli/e, del 2016) e sono aumentati i giorni di permanenza, segno di un percorso più stabile e concordato, grazie ad una presa in carico consolidata, da parte di un'équipe formata sul fenomeno della violenza.
Molte sono le richieste di aiuto arrivate nel corso dell'anno 2016, le donne, in particolare, chiedono informazioni, consigli e cercano un luogo dove possano essere ascoltate senza essere giudicate.
7 GIORNI SU 7
La possibilità di garantire una maggiore presenza oraria di operatrici in accoglienza sia durante la settimana, sia nel w-e, garantisce sicuramente un maggiore aiuto alle donne.
I w-e di apertura sono 50 all'anno e anche nel corso del 2016 sono aumentate le richieste e le attività. Molte sono le donne che chiamano proprio in quei giorni e/o che lasciano un messaggio telefonico in segreteria per essere poi richiamate. A volte sono donne nuove, che ancora non sono passate dal Centro antiviolenza e quello che riportano è che nel w-e hanno più paure, i dubbi assalgono e chiedono confronto, informazione, sfogo perché si sentono sole e non sanno a chi rivolgersi. In questo senso sono stati 8 gli inserimenti in alloggio di emergenza durante i week-end, questo significa che le donne sono scappate dalla situazione di violenza e quel giorno stesso sono state ricoverate in B&B di nostra fiducia.

COSA FARE: GLI INTERVENTI
Diversi sono gli interventi dopo il 1° colloquio, per questo motivo le operatrici lavorano con la donna per il suo sostegno e rafforzamento e continuamente con la rete circostante per la sua attuazione. Svariati sono le operazioni di raccordo, progettazione, coordinamento con i soggetti esterni coinvolti, che se condiviso e non imposto, favorisce la buona riuscita della relazione di aiuto e l'uscita da situazioni di violenza e dal danno psicofisico sia per le donne sia per i/le figli/e.
L'attività dell'ACCOGLIENZA rimane uno dei cardini del Centro Antiviolenza, è l'operatrice formata adeguatamente all'ascolto e al supporto delle donne vittime di violenza, che le accoglie e che, per prima, si rapporta al racconto o alla narrazione delle varie tipologie di abusi - anche quello psicologico ed economico, oltre che fisico e sessuale - ai quali le donne sono ancora sottoposte.
Negli ultimi due anni all'interno dell'équipe del progetto si affiancano giovani volontarie del Servizio Civile che spesso, nell'affiancare le operatrici, instaurano relazioni significative con le donne accolte effettuando accompagnamenti e attività di rinforzo e di sostegno al percorso di uscita dalla violenza.
RISULTATI SPORTELLO DI ORIENTAMENTO AL LAVORO
Una piccola nota a parte per questa attività, al momento coordinato dalla Scuola Arti e Mestieri Angelo Pescarini di Bagnacavallo (RA) e finanziato dalla Regione Emilia Romagna e dal Fondo Sociale Europeo. Le azioni sono gestite dai centri appartenenti al Coordinamento dei Centri antiviolenza dell'Emilia Romagna e ha previsto una serie di azioni fino a dicembre 2016.
Nel 2016 sono 130 le donne che soffrono di violenza economica, sul totale delle donne accolte solo il 50% è autonoma economicamente, ma circa il 60% dichiara di non avere un reddito individuale sufficiente. Nell'anno 2016 sono state 35 le donne inserite nello sportello di queste 27 non vivono più con il maltrattante, dato importante a sostegno che l'autonomia economica delle donne è fondamentale per l'interruzione delle violenze.
COME CONOSCONO IL CENTRO
Molte sono le donne che arrivano tramite pubblicità diretta, o internet o il 1522. Questo significa che la violenza, che crea negazione, isolamento e un "silenzio assordante", può essere contrastata attraverso la diffusione di una cultura in grado di riconoscere i segnali della violenza e di svelarne gli stereotipi. Questa cultura ha reso possibile, per molte donne, di chiedere aiuto agli sportelli presenti sul territorio: posti in cui si sono registrate le maggiori affluenze, quindi a Ferrara, Cento e Comacchio.
Le donne cercano quindi di capire, di trovare soluzioni: chiedono consigli, aiuti legali e psicologici.
Nonostante questo e l'ormai affermata capacità professionale dell'équipe si assiste ad una instabilità sempre più disarmante rispetto la distribuzione delle risorse, che lascia impotenti e schiacciate da una macchina burocratica appartenente ad altri livelli.

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