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ISTITUTO DI STORIA CONTEMPORANEA - Venerdì 24 febbraio alle 10 sul palco della sala Estense saliranno ragazzi ebrei, cristiani, musulmani e drusi

Lo spettacolo di Angelica Edna Calò Livné per una pace senza distinzioni

22-02-2017 / Giorno per giorno

Ha passato la sua vita a combattere le ideologie e i pregiudizi subiti dal suo popolo grazie agli strumenti della cultura. Questo fine settimana Ferrara sarà il palcoscenico di Angelica Edna Calò Livnè per due incontri unici: venerdì 24 febbraio (alle 10) in sala Estense e sabato 25 febbraio alle 18.15 a Palazzo Roverella. Il doppio appuntamento è scaturito dalla sinergia tra la Comunità Ebraica di Ferrara, l'associazione Donne Ebree d'Italia e l'Istituto di Storia Contemporanea del Comune di Ferrara.

>> Venerdì 24 febbraio (alle 10) alla sala Estense andrà in scena Beresheet - In Principio, dei Ragazzi Arcobaleno di Galilea, uno spettacolo di mimo e danze diretto dalla regista e scrittrice ebrea. La compagnia teatrale sarà accolta da oltre duecento studenti delle nostre scuole superiori per condividere e diffondere un messaggio di coesistenza pacifica.
«Credo profondamente - spiega la Calò Livnè - che il nostro lavoro sia una dimostrazione di fiducia nell'avvenire, una vittoria del bene, della positività e della luce sul male e sulle tenebre che continuano a oscurare la nostra società». Quindici anni fa è iniziato il viaggio in giro per il mondo dei Ragazzi dell'Arcobaleno di Galilea, per raccontare che la realtà è fiducia nell'uomo in quanto tale, è solidarietà e partecipazione, coinvolgimento e lotta contro chi pretende di capovolgere i valori che
danno anima alle nostre comunità. Erano in dieci e sono divenuti un gruppo affiatato che oramai raccoglie più di cinquecento ragazzi ebrei, cristiani, musulmani e drusi. Insieme raccontano danzando il bisogno profondo di pace di chi conosce la guerra in prima persona e della comprensione, unica arma contro l'odio razziale. Esprimono l'importanza e il valore immenso della differenza come fonte di ricchezza e di crescita, e non come motivo di conflitto. Beresheet è un messaggio di fiducia per un domani in cui si può vincere l'indifferenza, e dare a ognuno dignità e significato.
>> Sabato 25 febbraio (alle 18.15) Angelica Calò Livnè sarà ospite del Circolo Negozianti a Palazzo Roverella per presentare Memorie di un angelo custode (Cantagalli), un manuale per chi ha perso la speranza. A dialogare con lei sarà Simonetta Della Seta, direttrice del Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah. Il romanzo racconta la storia di una donna che scende da una collina della Galilea per seminare negli altri la voglia di vivere, accompagnata senza sosta da un angelo indolente.

Angelica Edna Calò Livnè è insegnante, educatrice, formatrice, regista, scrittrice, fondatrice e direttrice artistica della Fondazione Beresheet LaShalom - Un inizio per la pace, con sede in Alta Galilea in Israele. La svolta della sua vita arriva nel 2001 quando il primo dei suoi quattro figli, viene chiamato per il servizio militare in Israele, nel Paese dove ha scelto di venire a vivere a vent'anni, il suo istinto di madre, la sua vocazione di educatrice, uniti alla preoccupazione si fanno più forti e le fanno decidere di fare qualcosa di concreto per la pace in Medio Oriente. Sviluppa dunque un metodo di educazione per i giovani attraverso le arti nel quale convoglia gli skills di insegnante, attrice, coreografa e regista: nasce prima la Compagnia dell'Arcobaleno con lo spettacolo di teatro-danza Beresheet, poi la Fondazione omonima. Da allora viene invitata a rappresentare i suoi spettacoli con ragazzi musulmani, ebrei, cattolici, drusi e cirkassi della Galilea, veri protagonisti e destinatari del suo operato, i quali, essi stessi, si assumono il ruolo di giovani ambasciatori nel mondo di una coesistenza possibile. Angelica Edna Calò Livnè con la sua Fondazione, ha preso parte a workshop dovunque e ha lavorato con giovani provenienti da Egitto, Palestina, Marocco, Giordania, Malta, Italia, Brasile, Polonia, Estonia, Penisola Scandinava e con tante donne straniere, madri ed educatrici, prime mediatrici di un sentire pacifico. Il suo impegno per il dialogo tra diversi le è valso molti riconoscimenti e nel 2005 una candidatura al Nobel per la Pace.

 

(Comunicazione a cura dell'Istituto di Storia contemporanea di Ferrara)

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