ASSESSORATO AI GIOVANI - Dal 22 ottobre al 22 novembre a Milano. La mostra fa parte di 'Expo in città '
Due artisti ferraresi presenti alla 'Biennale dei Giovani Artisti dell'Europa e del Mediterraneo'
16-10-2015 / Giorno per giorno
(Comunicazione a cura dell'Ufficio Giovani Artisti del Comune di Ferrara)
Dal 22 ottobre al 22 novembre Milano sarà la capitale del Mediterraneo. Il prossimo autunno, la Fabbrica del Vapore (in via Procaccini 4) ospiterà Mediterranea 17 - Young Artists Biennale, evento internazionale multidisciplinare curato da Andrea Bruciati, promosso dall'Associazione BJCEM e dal Comune di Milano. La mostra fa parte di Expo in città, il palinsesto di iniziative che accompagnerà la vita culturale di Milano durante il semestre dell'Esposizione Universale.
In uno dei luoghi più rappresentativi della creatività milanese contemporanea, 300 creativi under 35 provenienti da tutta l'area del Mediterraneo - fra cui i ferraresi Simona Paladino, artista visiva e Massimo Alì Mohammad, regista cinematografico - si daranno appuntamento per presentare i loro lavori, realizzati rispettando il tema di questa edizione della Biennale del Mediterraneo: No Food's Land. Alla rassegna prenderanno parte anche
I protagonisti di questo evento giungono alla Fabbrica del Vapore dopo aver superato la selezione di una commissione di ciascun paese membro della rete BJCEM, che comprende organizzazioni della società civile, autorità locali e nazionali di Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Cipro, Egitto, Francia, Grecia, Italia, Libano, Malta, Montenegro, Palestina, Portogallo, Repubblica di San Marino, Serbia, Slovenia, Spagna e Turchia, nonché Austria, Kosovo e Israele come membri esterni.
I progetti abbracciano una variegata moltitudine di forme di espressione, come le arti visive e le arti applicate (Architettura, Industrial Design, Web Design, Moda, Creazione Digitale), la narrazione, lo spettacolo (Teatro, Danza, Performance Metropolitane), la musica, il cinema e la gastronomia.
Il curatore della manifestazione Andrea Bruciati darà vita al percorso espositivo organizzando il materiale pervenuto dall'intero network BJCEM, mettendo in evidenza quei lavori che riterrà più rappresentativi e ponendo l'accento sul carattere interdisciplinare di una piattaforma unica a livello europeo. "La sfida - afferma Andrea Bruciati - è quella di creare un ambiente vivo, costruendo un percorso ricco di suggestioni e aperto ad una interculturalità che connota BJCEM sin dai suoi esordi".
Mediterranea 17 s'inaugurerà ufficialmente il 22 ottobre, con la presenza in città di tutti gli artisti selezionati, che per quattro giorni animeranno la Fabbrica del Vapore con esibizioni, performance, concerti e workshop. La Biennale resterà poi aperta al pubblico fino al 22 novembre per quanto riguarda il versante espositivo. Questa edizione è caratterizzata dalla collaborazione con altre due città Italiane: Genova che dal 19 al 22 ottobre ospiterà 100 artisti selezionati per la Biennale, inserendoli in un percorso di avvicinamento all'evento milanese, e Torino, che il 23 ottobre organizzerà il Forum Internazionale "Biennale 3.0 | 30 anni di produzioni creative, mobilità, politiche socio-culturali e nuove prospettive tra Europa e Mediterraneo".
A Mediterranea 17 l'artista visiva ferrarese Simona Paladino presenta un'installazione site specific, dal titolo Linee di fuga, un'opera che indaga e reinterpreta, in forma allusiva e dinamica, lo spazio espositivo tipizzato, mediante un progetto sensibile all'idea di un'arte come "un sistema aperto [...] che cresce superando se stesso, infrangendo i propri limiti". Nell'opera cinematografica di Massimo Alì Mohammad, dal titolo Ouroboros, troviamo invece un ritratto dolente ed affettuoso della vecchia nonna, in cui l'autore mescola abilmente materiali e linguaggi diversi, punteggiando le immagini con suoni scarni ed impressionisti. Di particolare rilievo è il lavoro sul suono, incentrato sul flusso di coscienza della protagonista, che trasforma il mormorio delle parole, talvolta incoerenti, in una dolorosa allusione alla progressiva perdita della lucidità e della memoria.
LA SCHEDA - Simona Paladino si immagina Mediterranea 17 "come un grande spazio di confluenza di idee, dove la dimensione europea e multidisciplinare possa aprire un confronto tra differenti modi di interpretare e di raccontare la contemporaneità. Essere parte di questa realtà significa essere una di queste voci ed avere l'occasione di metterla in relazione con quella di molti altri, cercando le possibili assonanze e le eventuali discordanze. Uno spazio di confronto è un momento di crescita perché genera riflessioni, può rimettere in discussione le convinzioni e portare alla luce nuovi pensieri e nuove modalità di lavoro". Simona Paladino è nata a Medicina nel 1987. Dopo gli studi secondari a Ferrara, presso l'Istituto d'Arte "Dosso Dossi", ha conseguito nel 2007 il Diploma di II livello in Scultura presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna, e nel 2010 la Laurea di I livello in Comunicazione Pubblica della Cultura e delle Arti presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Ferrara. Ha preso parte a numerose mostre collettive e realizzato varie mostre personali in Italia e all'estero fra il 2008 e il 2015. Ha partecipato, nel 2013, al corso regionale di formazione per giovani artisti organizzato dall'Associazione GA/ER "Il Mestiere delle Arti II", con realizzazione di un evento performativo finale al Museo della Civiltà Contadina di San Marino di Bentivoglio e al Teatro Comunale di Ferrara. Attualmente è borsista presso la Fondazione Collegio Artistico Venturoli di Bologna. Vive e lavora fra Ferrara e Bologna.
Per Massimo Alì Mohammad "partecipare a Mediterranea 17 è un'occasione preziosa per entrare in contatto con l'immaginario che ci accomuna o ci distingue in questo territorio così eterogeneo. Come filmaker, si tratta della mia prima esperienza in una biennale d'arte e sono davvero interessato a questo contesto nuovo, in cui poter dialogare con le altre arti. Mi sembra di percepire sempre maggiormente l'assottigliarsi della barriera tra cinema e arte contemporanea, un fenomeno che, dopo un disorientamento iniziale, mi ha aperto numerose nuove prospettive a livello di codici espressivi, indirizzando la mia mente verso la possibilità di infrangere alcuni tabù cinematografici fin troppo consolidati. La selezione e la partecipazione a questo evento trasmetteranno sicuramente ispirazione in questa nuova direzione". Massimo Alì Mohammad è nato a Napoli nel 1983 da madre italiana e padre pakistano. Ha studiato Arte e Cinema/Video presso l'Università degli Studi Orientale di Napoli. Ha iniziato a realizzare corti cinematografici nel 2002, e nel 2008 ha ricevuto una menzione speciale dalla giuria del Torino Film Festival per il corto cinematografico La nonna. Nello stesso periodo, ha collaborato con il gruppo teatrale inglese Organic Theatre, realizzando documentari sul lavoro della compagnia. Nel 2010 si è trasferito a Ferrara per completare i suoi studi e si è laureato in Storia del Cinema con una tesi sul regista cinematografico Jan Švankmajer. Nel periodo ferrarese ha realizzato diversi documentari e video, fra i quali: Mignon, su un cinema porno cittadino in una chiesa sconsacrata, Il segreto della terra, sulla tradizione della ricerca del tartufo, e Questo è Walter, sulla rinascita culturale della città di Sarajevo dopo il drammatico conflitto balcanico. Dal 2013 ha lavorato, con la Meyerhar Productions, per la realizzazione del film Amore fra le rovine.
Per info: www.mediterraneabiennial.org.
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