LAVORI PUBBLICI E BENI MONUMENTALI - Presentato l'intervento alla porta monumentale in programma a metà 2015
Comune, Carife e Ferrariae Decus insieme per recuperare la Prospettiva di Corso Giovecca
23-12-2014 / Giorno per giorno
Sono stati illustrati questa mattina, martedì 23 dicembre nella residenza municipale, gli elementi principali del "Progetto di recupero della Prospettiva di Corso Giovecca", a seguito del sisma del maggio 2012. All'incontro con i giornalisti sono intervenuti l'assessore ai Lavori Pubblici Aldo Modonesi, Luca Capozzi (Assessorato Lavori Pubblici), Natascia Frasson (Servizio Beni Monumentali), Francesco Scafuri (Ufficio Ricerche Storiche), Gabriele Galliera (CaRiFe), Riccardo Maiarelli (presidente Fondazione CaRiFe), Michele Pastore (presidente della Ferrariae Decus), Antonio Tralli (consulente progetto, docente Facoltà di Ingegneria).
LE SCHEDE
da Cronacacomune.it del 4 novembre 2014 (Comunicato di Giunta) - Approvato dalla Giunta comunale il progetto esecutivo relativo ai lavori di recupero dei pinnacoli e riposizionamento con isolatori sismici della prospettiva di Corso della Giovecca. L'intervento consentirà il completo ripristino dell'aspetto originario della prospettiva prima del sisma del maggio 2012 che ha comportato per motivi di sicurezza la rimozione di alcune parti del manufatto monumentale all'ingresso est della città, fra cui gli undici pinnacoli di circa 2,4 metri di altezza e un peso di 1 tonnellata ciascuno.
In accordo con la Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici al fine di ripristinare i pinnacoli nella loro sede originaria, i tecnici del Servizio Beni Monumentali, coadiuvati dal prof. Antonio Tralli e dall'ing. Michele Simoni dell'Università degli Studi di Ferrara come progettisti strutturali e da Francesco Scafuri per le ricerche storiche, hanno proceduto a elaborare l'intervento che sarà realizzato nel 2015.
Gli isolatori sismici progettati dagli ingegneri del team universitario, che verranno utilizzati per questo intervento, sono dispositivi passivi e/o semi passivi di protezione sismica non invasivi che possono essere nascosti alla vista nel caso di protezione di opera d'arte (dispositivi con medesimi requisiti sono stati utilizzati anche per preservare sculture di grande valore quali per esempio i Bronzi di Riace).
In questo modo si otterrà il massimo isolamento sismico nelle direzioni orizzontali e verticale, semplice manutenzione e durabilità, con il vincolo di compatibilità dei materiali e reversibilità dell'intervento. Inoltre l'approccio alla progettazione è consistito nell'affidare direttamente ai basamenti dei pinnacoli da ricollocare la funzione di isolamento sismico.
Importo complessivo euro 60mila (iva compresa, di cui euro 45.952,81 a base d'appalto), importo finanziato grazie alle risorse comunali per 19 mila euro utilizzando parte del rimborso assicurativo per danni causati dal sisma, e per 41mila euro con contributi da privati, do cui 6mila da parte di Ferrariae Decus e 35mila da parte della Cassa di Risparmio di Ferrara con fondi raccolti attraverso il conto corrente "CariFe aiuti terremoto".
CENNI STORICI (a cura di Francesco Scafuri, responsabile dell'Ufficio Ricerche Storiche del Comune di Ferrara)
- La Prospettiva della Giovecca (1703-1704) - Uno dei più importanti beni monumentali di Ferrara
La decisione di realizzare la Prospettiva e il suo architetto
Nel 1703 il Maestrato dei Savi di Ferrara decise di far erigere una "Prospettiva" o "arco trionfale" in fondo alla strada della Giovecca, secondo il disegno dell'architetto e "notaio d'argine" Francesco Mazzarelli, attivo a Ferrara tra il 1692 e il 1731; egli lavorò, tra l'altro, alla trasformazione interna della Cattedrale di Ferrara dal 1712 e alla ristrutturazione della chiesa di San Giorgio (1709), mentre fornì i disegni per la chiesa di Sant'Apollonia (1692), per l'oratorio dei Santi Cosma e Damiano (1710) e per il teatro Anatomico (1731) presso Palazzo Paradiso.
Se da una parte l'idea fu di innalzare una maestosa costruzione scenografica per nobilitare e valorizzare ulteriormente una delle vie più belle della città, dall'altra si pensò con tale opera di attestare gratitudine e riconoscenza al pontefice Clemente XI, il quale era riuscito ad assicurare a Ferrara una discreta tranquillità e neutralità rispetto ad alcuni eventi bellici.
Inizialmente si era deciso di apporre lo stemma pontificio al centro del timpano curvilineo della Prospettiva (in alto) e poco più sotto quello legatizio, inoltre, si sarebbe dovuto fissare più in basso sia il vessillo della città sia quello del Giudice dei Savi Carlo Fiaschi; ma quest'ultimo, nel corso dell'esecuzione ordinò di aggiungere gli stemmi dei nove Savi del Maestrato, affinché tutti gli Ordini cittadini potessero rappresentare la propria riconoscenza al "Capo della Chiesa e dello Stato".
Mazzarelli allora, modificando il disegno architettonico originario che egli stesso aveva delineato, elaborò un secondo progetto che consentiva di collocare tutti gli stemmi marmorei e di slanciare di più verso il cielo la monumentale costruzione, anche grazie ad eleganti pinnacoli.
Oltre a ciò, in base ad altre disposizioni del Giudice dei Savi, l'architetto pensò di sistemare sopra gli archi laterali due grandi targhe con iscrizioni commemorative di forma ottagonale. Un'altra riflessione da parte delle autorità comportò una diversa collocazione rispetto alla prima idea delle due statue dei santi Giorgio e Maurelio, che ora avrebbero dovuto nobilitare le nicchie praticate nella parte interna dei pilastri del fornice maggiore.
La Prospettiva costruita in circa otto mesi
Come risulta dai documenti d'archivio, i lavori di costruzione della Prospettiva iniziarono il 22 ottobre 1703, ma subirono subito una breve interruzione a causa del ritrovamento dei resti di poderose muraglie che insistevano in quella zona. Sfruttando in parte le antiche fondazioni fu però possibile realizzare quelle della Prospettiva, per la cui esecuzione, tuttavia, si dovettero tagliare nelle vicinanze tantissimi pioppi (un centinaio), da cui si ricavarono 374 pali o "agucchie" di varia lunghezza, indispensabili per rendere compatto il terreno e quindi più solida la base della struttura architettonica; i lavori furono poi sospesi per l'inoltrarsi della stagione fredda il 14 dicembre e ripresero il 12 febbraio 1704. Le opere terminarono il 27 giugno dello stesso anno e il monumento, appena ultimato, risultò in gran parte conforme al secondo disegno, anche se le statue non arricchirono mai la monumentale costruzione.
La realizzazione della struttura architettonica venne finanziata, tra l'altro, con i denari destinati alle corse dei palii (allora sospese), alcuni fondi comunali, le risorse messe a disposizione dal Legato pontificio e una parte degli emolumenti spettanti ai membri del Maestrato.
La Prospettiva nel Settecento
La Prospettiva è descritta da Mazzarelli nella sua relazione, redatta dopo la costruzione del monumento, come un arco trionfale d'ordine toscano diviso in tre archi, l'uno maggiore nel mezzo e due minori laterali, mentre, come vedremo, la costruzione è composta oggi da due ulteriori appendici laterali. In tale scritto l'architetto affermava che la facciata verso Corso Giovecca e i sottarchi risultavano tutti incamiciati di mattoni cotti tagliati, eccetto lo zoccolo inferiore e la "corona" delle cornici, essendo l'uno di marmo bianco e l'altra di marmo rosso di Verona. Il prospetto verso le mura era invece di mattoni stuccati, tranne la base dei pilastri, le cornici e il contorno degli archi, che erano stati nobilitati in marmo come nella facciata; quest'ultima era stata "colorata di rubrica" e "strofinata" per rendere il paramento murario più omogeneo.
La Prospettiva, costruzione celebrativa e monumentale, doveva assolvere per di più a esigenze legate al controllo di persone e cose in entrata e uscita dalla città, anche a fini daziari; nel 1744, ad esempio, è testimoniata la presenza di una "catena" alla Prospettiva della Giovecca, che un custode aveva il compito di chiudere e aprire in occasione del passaggio di carrozze e carri.
Per quanto riguarda "le tavole di marmo e gli stemmi" che un tempo dovevano ornare gran parte della facciata sulla Giovecca, secondo alcuni studiosi sarebbero stati abbattuti alla fine del Settecento durante l'occupazione francese.
Il XIX secolo
Alcune modifiche furono apportate nel 1816, quando la comunità ferrarese fece eseguire l'intonacatura e la tinteggiatura di ambedue le facciate della Prospettiva. Nel corso del secolo si verificarono ripetutamente diversi danni alle coperture di zinco e piombo che proteggevano i cornicioni del primo e del secondo ordine, nonché la parte più alta dell'arco prospettico centrale; le cause s'individuarono nell'esposizione diretta dei manufatti alla pioggia e al vento, ma vale la pena rilevare che non erano infrequenti i casi in cui mani ignote asportavano nottetempo in tutto o in parte le preziose coperture (vendute poi al mercato nero), per cui si era costretti a farle rifare.
Nella seconda metà dell'Ottocento, dopo alcuni restauri, il prospetto della costruzione architettonica rivolto verso Corso Giovecca appariva "sagramato" e tinteggiato, mentre l'altro verso le mura era intonacato, invece oggi entrambe le facciate sono in mattoni a vista.
La Prospettiva nel Novecento
Dal 1936, in particolare, si sentì la necessità di trovare una soluzione urbanistica per risolvere lo snodo dell'attuale piazzale Medaglie d'Oro. Dopo accese polemiche, l'Ufficio Tecnico elaborò alla fine degli anni Trenta un progetto per l'esecuzione di importanti opere, "che fu possibile realizzare soltanto nel 1940". Gli studi sull'argomento e la documentazione fotografica gentilmente fornita dal collezionista Alberto Cavallaroni testimoniano che gli interventi consistettero dapprima nella realizzazione di una "scalea" più maestosa della precedente in corrispondenza delle mura e nella creazione dei due sottopassaggi necessari a imboccare la nuova strada per il mare (oggi via Pomposa), oltre alla sistemazione delle aree adiacenti. Il Comune predispose poi l'ampliamento della Prospettiva con l'aggiunta dei due corpi laterali per il passaggio dei pedoni; le scelte che si fecero in quei frangenti, di privilegiare definitivamente la "pietra a vista" rispetto alla "sagramatura" o all'intonaco e di aggiungere i due fornici pedonali con i relativi pinnacoli, modificarono, sia pure in parte, l'aspetto estetico che si era ormai consolidato nel tempo.
Eppure la costruzione mantiene tutto il suo fascino, identificandosi come uno dei più importanti beni monumentali cittadini.
Per concludere, una curiosità: una delle scenografie prospettiche che compare nella celebre sigla di "Carosello" degli anni Sessanta e Settanta ricorda per alcuni particolari la nostra Prospettiva, cui potrebbe essersi ispirato l'autore del brevissimo filmato televisivo insieme ad altre opere architettoniche italiane.
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